Bastia discepolo di Morandi -
Bastia giovane pittore di successo : basta il suo
promettente esordio ad annoverarlo fra i grandi? La
risposta è affermativa e se ne ha conferma nel
giudizio degli esperti e nell'alta considerazione in
cui è tenuto il suo nome fra gli estimatori. A
Crevalcore e dintorni ci sono molte sue opere: le
più apprezzate sono quelle del primo periodo, ma
anche la sua produzione ulteriore è di sicuro
richiamo. E' l'archetipo
dell'artista avvolto nel mistero di una insanabile
frattura interiore, di un isolamento crescente. Col
tempo, la sua timidezza si accentuò, gli orizzonti si
restrinsero fino a
diventare facile preda del collezionismo locale,
senza prospettive. Ma il suo mito lo ha rincorso,
gli ha permesso di sopravvivere anche nei momenti
difficili. C'è chi vuole trovare la svolta
della sua vita nell'infelice innamoramento per una ragazza francese,
che finì male per via della madre di lei, dopo che i
due si erano visti per un po' in Francia e in Italia. Ma come non riconoscere in
quell'inspiegabile eclissi il destino di altri
grandi?
Durante la raccolta di informazioni su altri pittori
di Crevalcore, ci siamo già imbattuti in Bastia.
A Bolognina, piccola frazione, egli si incontrava con
Dante Bozzoli (il fattore) e Peruzzi (direttore
dello zuccherificio) negli anni 70, per delle sedute
di pittura en plein air nella Cort di sčhop.(cortile
dei fucili, così chiamato per la presenza di un
caseificio spesso visitato dai ladri e difeso,
dunque, a fucilate).
Ancora a casa di
Ghermandi
Alberto: il giovane Bastia andava frequentemente a
casa sua e passavano insieme molto tempo a parlare e
dipingere. Nel 1941, anno più anno meno, Bastia,
allora ventenne, andò per tutto il mese di giugno a
casa Ghermandi alla Guisa per fare il ritratto della
nipote Giovanna Ghermandi che allora aveva 11 anni.
"Il quadro era grande, stavo seduta
nell'atteggiamento di leggere un libro. Faceva un
gran caldo" (Giovanna Ghermandi). Quel quadro restò
ai Ghermandi, ma Bastia andava a prenderlo spesso
per esporlo nelle mostre. Pare che sia stato esposto
anche a Roma. Poi, un giorno, Bastia lo vendette a
un crevalcorese.
Bastia aveva uno studio a Crevalcore negli anni
70-80, in via Solferino. Non era solo: lui, caposcuola
riconosciuto, attirava altri pittori, critici e
mercanti d'arte. Giuseppe Serra, altro notevole pittore
di quel periodo, occupava a sua volta la stanza di fronte.
In quello studio il giovane Gambuzzi Mauro seguì una
serie di lezioni di pittura sotto la guida del
maestro.
Conduceva una vita riservata, poco propenso ad
intrattenersi con i visitatori. Tuttavia la sua
amicizia con Bozzoli Dante non è mai venuta meno,
pur con qualche memorabile litigio. Dante era forse
l'unico ad avere accesso al suo studio al primo
piano della casa, tutti gli altri venivano accolti
al piano terra, dopo essere stati identificati
attraverso uno specchietto, posto fra la ristretta
apertura delle persiane. Preservava quello spazio
creativo dalla curiosità del paese, di quella via
dove tutti si conoscevano e sapevano chi bussava
alla sua porta, come il sindaco. Calvi Gino era un
suo vicino di casa e lo conosceva bene: Bastia aveva
combattuto in Africa nella seconda guerra mondiale
ed era stato prigioniero in Algeria, in condizioni
difficili (aveva ceduto il suo orologio per avere un po'
d'acqua). Della sua famiglia non era rimasto nessuno,
dopo la morte dei genitori: il padre era stato
carabiniere e la madre aveva un negozietto.
Ricompensava chi lo aiutava. Il sig. Scaramelli ci
ha mostrato con orgoglio il quadro con il campanile
della Ca' de Coppi, una veduta che gli ricordava la
sua infanzia, avuto da Bastia come ringraziamento
per un passaggio in automobile a Carpi. Mangiava spesso
all'osteria della "Pinocia" a due passi da casa, e
in cambio dava qualche quadro. Del suo quartiere era
solito dire "L'è un rione qu'ag menca gninta; in via
Margutta a ghè d'incosa" (E' un rione in cui non
manca niente, in via Margutta c'è di tutto).
Era nato a Crevalcore nel 1918. Dopo gli studi
all'Istituto Venturi di Modena, aveva frequentato
l'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Fra i suoi
maestri, Virgilio Guidi e Giorgio Morandi, di cui
frequentava la casa: risale a questo periodo il
ritratto di una sorella del celebre pittore, che
sarebbe intervenuto con alcuni ritocchi sul dipinto
del discepolo.
Fu
Accademico di merito dei 500 e Accademico Tiberino,
nonché associato all'Unione della Legion D'Oro. Nel
1936 ottenne la medaglia d'oro agli "Agoni
dell'Arte" di Modena. Partecipò poi a mostre e a
concorsi in Italia e all'estero, conseguendo
significativi riconoscimenti: medaglia d'oro alla
Collettiva di Castel Guelfo nel 1967, diploma
d'onore all' estemporanea di Bormio nel 1965,
medaglia d'oro alle estemporanee di Ravenna nel 1965
e nel 1966, medaglia d'argento alla mostra di Castel
San Pietro nel 1966. Morì nel 2004 a Crevalcore.
E' suo il dipinto della Madonna col bambino(1)
nella chiesa di San Silvestro a Crevalcore e anche
La Sacra Famiglia nell'oratorio della Guisa. Sue
opere si trovano in collezioni pubbliche e private,
anche all'estero.
Dal volantino informativo emesso dal Comune di
Crevalcore in occasione della Mostra dedicata a
Umberto Bastia e Danilo Ghelfi nel novembre 2002,
allestita nel Castello dei Ronchi, citiamo: “Bastia
e' un pittore d'intuito dotato di una forte tempra:
dipinge con l'abito tradizionale senza avventurose
ricerche. Moderno, attuale, in quanto mira ad
esprimere ciò che gli suggerisce la sua sensibilità
pittorica, dove i forti contorni e le forme
denunciano una continua coerenza di visione, ma
senza tuttavia che la contenutistica oggettiva nulla tolga all'impegno morale che è sensazione e
sognante aspirazione.”
(1) - dal Bollettino Parrocchiale
di Crevalcore Febbraio-Marzo 1941
"Il bravo giovane concittadino Umberto Bastia
licenziato alla Scuola d' Arte di Modena ed ora
frequentante i corsi dell'Accademia di Belle Arti di
Bologna, nella quale scuola egli porta tutta la sua
passione artistica, ha voluto dare un preclaro
esempio della sua valentia d'artista dipingendo una
riuscitissima
Madonna che giustamente si potrebbe
chiamare del Comune. La Vergine seduta ha sulle
ginocchia il Bambino che si rivolge a S. Giovanni Battisita e posa una mano sul blasone di Crevalcore.
Nella scena sono dipinti due Crevalcoresi che
pregano. Il quadro, che è un bellissimo insieme di
luci e di colori, è stato regalato dall' autore alla
nostra chiesa." (Archivio Tommasini)
"... dopo un'intera vita
dedicata alla ricerca del perfetto ideale artistico,
ha voluto stupire il suo pubblico, che da anni lo
stima e lo ammira, dimostrando, in un'ardita stesura
di colori acrilici, di non essere soltanto un ligio
cultore dell'immagine classica, ma di saper
raggiungere, nella ricerca del nuovo per il
migliore, vere vette..."
Anni '80: commento
critico tratto dal "Giornale d'Italia"
aprile 2009
Ritratto di Anna
Ritratto di una
sorella Morandi
Paesaggio
Viale 1965
Papaveri
Sanguigna
Autoritratto
Il padre
La madre |